Nella sua lunga storia di fabbricante di giochi tecnici in effetti la Meccano non si è mai cimentata con l’ottica; e pensare che ha prodotto giochi che hanno spaziato dall’iniziale statica e meccanica all’elettricità, alle trasmissioni, alla chimica, all’elettronica.

A dire il vero un tentativo fu fatto a nome Meccano, ma da Gilbert che aveva comprato la Meccano Company of America, ma si trattava di un microscopio e di qualche vetrino, quindi quanto di più lontano dal concetto della costruzione di oggetti partendo da parti elementari.

Di contro in Germania prima della guerra (Kosmos) ed in  Francia subito dopo (GeGe e Recreations Optiques) alcune case avevano immesso nel mercato scatole di costruzione di strumenti ottici.

Una spiegazione a questa carenza di Meccano forse c’è e la storia è interessante.

All’inizio degli anni ’30 vengono commercializzati nel mercato inglese due set di scatole di costruzione dedicate agli strumenti ottici, la società si chiama Construments e l’inventore è il Prof  C. W. Hansel.

La società subito pubblica una rivista mensile “Construmag” e invita i suoi clienti e lettori a formare dei Club, copiando quindi totalmente Meccano.

Nella storia della Construments, scritta dalla ricercatrice Melanie Keene, si  riporta che uno dei direttori di Construments era Ellison Hawks, editore del Meccano Magazine dal 1921 al 1935 ed incaricato della pubblicità per la stessa Meccano.

E’ quindi probabilmente svelato il motivo per cui Meccano, nel periodo tra le due guerre che è stato di grande diffusione dei giochi scientifici, abbia ignorato l’Ottica.

 

La Storia di Construments

La ricercatrice della  Cambridge University Melanie Keene ha scritto una approfondita storia della  Construments nel libro “Every boy and girl a scientist’: Instruments for children in inter-war Britain” ISIS  Vol 98 N. 2 (June 2007), in cui riporta anche la costituzione di varie “Construments Communities” e la diffusione degli strumenti scientifici negli ambienti domestici nell’Inghilterra del periodo tra le due guerre.

Il primo set Construments apparve nei negozi a Novembre del 1932 e venne recensito sul London Times come un nuovo gioco di costruzione a carattere scientifico che “consente molte ore di proficua applicazione per le prossime vacanze (Natale 1932)”. Il gioco era stato inventato da   C. W. Hansel uno “School science master” alla Bedford School, che divenne uno dei direttori della Construments; la iniziale gamma dei prodotti comprendeva 2 scatole base   “20” e “100” ed una scatola accessoria “Plus”, successivamente la gamma si arricchì di altre 2 scatole, la “10” (nel 1933)  e la “200”, e le scatole di passaggio divennero 3:  “10 Plus”, “20 Plus” e “100 Plus”. Il numero che contraddistingueva le scatole rappresentava, secondo la Construments, il valore in sterline degli strumenti ottici che si potevano costruire con la scatola e che consistevano in Ingranditori, Microscopi, Caleidoscopi, Fotocamere, Proiettori, Periscopi…

I sets furono presentati alla Hobby and Models Exhibition del 1933 ed in vari Politecnici, ma nonostante quello che sostenessero i fabbricanti era considerato un giocattolo di lusso. Le parti metalliche erano realizzate dalla British Thomson-Houston BTH, cha aveva fornito le apparecchiature al Cambridge’s Cavendish Laboratory, ed erano concepite come elementi semplici ed intercambiabili con cui realizzare apparecchi diversi, in pratica la filosofia di Hornby.

Anche il motto “science made easy” scimmiottava il “mechanics made easy” di Meccano. I rapporti con Meccano d’altronde erano stretti, vista la presenza nel Board di Ellison Hawks.

Con la grande depressione le scienze erano divenute la speranza di un futuro migliore per i giovani, quindi coltivare l’interesse per queste sin dall’adolescenza era un obiettivo primario per le famiglie.

Anche Construments, nel febbraio del 1933, decise di pubblicare la rivista Construmag, che da un lato informava i suoi lettori su le scoperte di ogni branca della scienza e dell’industria e dall’altro presentava nuovi strumenti da realizzare con i sets e come questi apparati potessero essere usati dagli studenti nei laboratori. L’impostazione e la veste grafica era identica al Meccano Magazine. La rivista, mensile, durò solo fino ad Aprile 1934, pur avendo un forte sostegno da parte delle comunità dei possessori di Construments,  create con lo stesso sistema dei Meccano Club. La Construments entrò in crisi già nel 1937 (è questo l’ultimo anno in cui viene riportata nel London Kelly’s Directory) e tentò di sopravvivere agli anni di guerra, in cui vi fu la proibizione di produrre giocattoli di metallo e la BHT si dedicò alla produzione bellica, ma nel 1949 fu dichiarata estinta.

Nel “The Pharmaceutical Journal” di Aprile 2004 troviamo un’interessante articolo di Robert Blyth, che ci conferma la diffusione   delle “Construments communities” in Inghilterra negli anni ’30.

L’articolo che recensisce il libro di Edward Blackwell “The unfolding years: memoirs of a bourgeois childhood” fa scoprire che entrambi erano fondatori di “Construments communities” e che queste erano molto diffuse tra i giovani studenti borghesi del tempo.